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Sapevate che i brand di lusso bruciano i capi invenduti? Ecco il motivo

Sfilata di moda

Perché i brand di lusso della moda bruciano i capi invenduti? Scopriamo il motivo e vediamo se c’è un’alternativa a questo modus operandi.

Che fine fanno i capi invenduti dei brand dell’alta moda? Semplice, vengono bruciati. Considerando che il settore abbigliamento e affini rappresenta uno dei maggiori problemi di inquinamento ambientale, vediamo se c’è un’alternativa a questo modus operandi e cerchiamo di capire il motivo per cui molte aziende fanno questa scelta.

Brand dell’alta moda bruciano i capi invenduti: il motivo

Come avviene per tutti i settori commerciali, anche quello dell’abbigliamento produce capi in eccesso oppure veri e propri flop. Qualche volta accade, ad esempio, che un pullover, un capospalla o un jeans di una data collezione non riscuota il successo sperato. Altre volte, invece, si prospettano margini di vendite che, in seguito, non rispettano la tabella di marcia, come accaduto ad esempio durante il primo lockdown da Covid-19. Qualsiasi sia il motivo che porta ad avere merce invenduta, il succo del discorso non cambia: i brand si ritrovano sul groppone prodotti che non possono più vendere, se non proponendoli ad un costo nettamente inferiore. Le catene low cost riescono ad arginare la situazione sfruttando il settore outlet, ma cosa succede ai brand di lusso? Stando ad una notizia diventata virale nel 2018, le aziende come Burberry bruciano i capi invenduti.

Il motivo, ovviamente, ha a che fare con il ‘dio denaro’. Sembra che Burberry, nel 2018, abbia bruciato circa 31 milioni di euro di abbigliamento perché i capi, essendo di lusso, hanno tassazioni molto alte, che possono arrivare al 60%. Pertanto, la scelta migliore è darli alle fiamme, in modo da ottenere una specie di “rimborso sull’invenduto” e arginare le spese già affrontate.

La soluzione possibile ad una pratica per nulla sostenibile

Ammesso il fatto che i capi in eccesso non possano essere donati ad enti benefici perché il marchio si svaluterebbe, la domanda sorge spontanea: possibile che non ci sia nessuna soluzione oltre che bruciare i capi invenduti? L’abbigliamento, è bene sottolinearlo, contribuisce all’inquinamento ambientale: è secondo solo al petrolio e ai suoi derivati. Pertanto, è assurdo pensare che non ci sia un’alternativa sostenibile a questo modus operandi. Il riciclo delle materie prime, ad esempio, può essere una strada più che percorribile. I brand dell’alta moda potrebbero riutilizzare i tessuti per dare vita a capi nuovi di zecca.

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ultimo aggiornamento: 27 Ottobre 2021 9:17

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